Newmont Gold: crescita inarrestabile, gli investitori ora puntano sulla prossima mossa
06.12.2025 - 14:24:04Newmont Gold ha vissuto un’impennata notevole negli ultimi tre mesi. Cosa sta guidando la regina delle Goldmine? E i prossimi trimestri sono davvero così dorati per la Corporation?
Negli ultimi tre mesi, Newmont Gold ha stupito i mercati con una crescita di circa il 18%, spingendo la capitalizzazione sopra i 97 miliardi di dollari. L’azione, identificata dal codice ISIN US6516391066, ha seguito una traiettoria ascendente sostenuta sia dal rally dell’oro sia da scelte strategiche di vasta portata. Con massimi toccati a ridosso dei 94 dollari e minimi poco sopra gli 81, la volatilità non è mancata: ogni picco è stato accompagnato da ondate di interesse, come dopo le indicazioni positive sulla guidance e i movimenti sulle Goldmine di riferimento. Ma è solo una pausa prima di una scalata ancora maggiore?
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Guardando alle notizie più fresche, dicembre è stato un mese caldo per la Corporation. Il 5 dicembre, il titolo è stato sotto i riflettori con una doppia mossa degli analisti: Macquarie ha alzato il target price a 115 dollari (da 100), definendo Newmont Gold "outperform", mentre BNP Paribas Exane ha moderato l’entusiasmo, abbassando la raccomandazione a "neutral" e il prezzo obiettivo da 107 a 97 dollari. Le interpretazioni sono state contrastanti: tra chi fiuta un potenziale ulteriore rialzo, complice la spinta sulle materie prime, e chi invece teme un raffreddamento dopo il rally record dell’anno.
Poco prima, a fine novembre, UBS aveva confermato il suo ottimismo con un nuovo target a 125 dollari, uno dei più alti sulla piazza. L’umore complessivo degli analisti è ancora "Buy", con 21 voci nel consensus e una media dei target price che si attesta attorno ai 105 dollari, almeno il 16% sopra il prezzo corrente. Inoltre, in un mercato azionario spesso polarizzato e imprevedibile, il comparto Goldmine offre storicamente solidità e anti-ciclicità.
La trimestrale di ottobre ha fatto rumore: Newmont Gold ha infatti riportato utili e ricavi superiori alle attese. Le successive settimane hanno visto i riflettori puntati sui progetti di espansione in Africa e Oceania, nonché su possibili joint venture, in particolare in Papua Nuova Guinea dove, come segnalato da analisi mining.com e Bloomberg, la Corporation sta valutando nuove sinergie. Non è mancata neppure la partecipazione a grandi deal di filiera e una costante attenzione al tema ESG, che fa di Newmont Gold un benchmark anche sul fronte della sostenibilità.
Ma qual è il vero motore di questo gigante? Il business model poggia sulla ricerca, estrazione e lavorazione dell’oro, che rappresenta quasi il 90% delle vendite, ma senza trascurare rame, argento, zinco e piombo. Il portafoglio operativo conta 21 siti produttivi sparsi su cinque continenti: dagli Stati Uniti all’Australia, dall’Africa fino in Sud America. Il cuore finanziario batte forte soprattutto a Londra, che pesa per oltre il 60% dei mercati geografici.
Storicamente, la Corporation ha saputo affrontare snodi critici: acquisizioni di rilievo, l’incremento delle riserve e la digitalizzazione dei processi. Negli ultimi anni, l’espansione in regioni chiave e la costante attenzione alla riduzione della leva finanziaria (oggi a livelli sotto controllo) sono stati fattori propulsivi, così come la crescente pressione per migliorare i rating ESG e la gestione del rischio ambientale. Naturalmente, restano le incognite tipiche dell’industria estrattiva: volatilità dei prezzi delle materie prime, regolamentazioni stringenti in alcune giurisdizioni e la concorrenza agguerrita di altre Goldmine.
Guardando avanti, l’appuntamento con i risultati del quarto trimestre (attesi a febbraio) potrebbe costituire un nuovo snodo cruciale. Interessante la strategia dichiarata di continuare a rafforzare sia la base produttiva sia la presenza in mercati emergenti. Una scommessa che molti considerano coerente con la spinta globale verso asset rifugio e materie prime critiche.
In conclusione, Newmont Gold rappresenta oggi un caso emblematico tra le Corporation del comparto. Ha dalla sua una performance brillante nell’ultimo anno (+141%), fondamentali più che solidi, e la fiducia di numerosi analisti e investitori istituzionali. Tuttavia, non mancano le zone d’ombra: una tale accelerazione richiede capacità di mantenere alta la redditività e gestire i rischi geostrategici. Chi segue le Shares di questo gruppo farà bene a monitorare con attenzione tanto i prezzi dell’oro quanto le prossime trimestrali. Sarà l’inizio di una nuova corsa?


